Il cielo in una stanza – scritta da Gino Paoli, cantata da Mina

Quando sei qui con me,
questa stanza
non ha più pareti
ma alberi ….

TITOLO: Il cielo in una stanza
AUTORE: Gino Paoli
GENERE: canzone d’autore
ANNO: 1960

La canzone Il cielo in una stanza, scritta da Gino Paoli, fu proposta a Mina da Mogol: poiché Gino Paoli non si era ancora iscritto alla SIAE, in un primo tempo Mogol gli fece da prestanome; quando ascoltò questa sua nuova canzone, pensò subito che Mina sarebbe stata l’interprete ideale. In effetti il brano ebbe molto successo: rimase in classifica per oltre sei mesi, e permise a Gino Paoli di affermarsi come cantautore. Ora siamo più abituati a sentire la canzone cantata dallo stesso Gino Paoli.

In questo video Gino Paoli canta Il cielo in una stanza:


Testo

Il cielo in una stanza

Quando sei qui con me,
questa stanza
non ha più pareti
ma alberi,
alberi infiniti
quando tu sei vicino a me
questo soffitto viola no,
non esiste più
io vedo il cielo
sopra noi
che restiamo qui
abbandonati
come se
non ci fosse più,
niente più niente al mondo
suona un’armonica,
mi sembra un organo che vibra
per te per me,
su nell’immensità del cielo
per te e per me
nel cielo
suona un’armonica,
mi sembra un organo che vibra
per te per me,
su nell’immensità
del cielo
per te
e per me
nel cielo.

Il ‘soffitto viola‘ di cui si parla nella canzone, come ha spiegato lo stesso Gino Paoli, era quello di una casa di appuntamenti che aveva frequentato in gioventù, e che gli era rimasto impresso:

«Volevo descrivere l’attimo in cui sei a letto con una donna, hai appena fatto l’amore, e nell’aria percepisci una sorta di magia, che non sai da dove arrivi e che svanisce subito. In quel momento capisci che non sei nessuno, ma nella tua anima c’è tutto il mondo. Naturalmente non potevo mettere nel testo il punto centrale della storia – l’atto sessuale. E presi a girarci intorno, raccontando dei rumori della strada, le pareti… un itinerario a spirali, dove trionfava il non detto»

La canzone è stata reinterpretata più volte da vari cantanti (Battiato, Giorgia, Giusy Ferreri); nel 2010 così si è espresso Gino Paoli, mettendo a confronto l’interpretazione di Mina e quella di Carla Bruni:

«Meglio Carla Bruni, perché Mina canta “Il Cielo in una Stanza” e l’elenco telefonico allo stesso modo. Non so se sa quello che canta oppure no. Canta come se fosse uno straordinario strumento tecnico, come un flauto o una chitarra».

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