Rimmel – Francesco De Gregori

Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro…

TITOLO: Rimmel
AUTORI: Francesco De Gregori
GENERE: Canzone d’autore
ANNO: 1975

Rimmel‘ è una canzone decisiva nella produzione di Francesco De Gregori; pubblicata a 24 anni, fu il suo primo grande successo. Parla della fine di una storia d’amore, con toni malinconici, ma anche amari, disincantati e un po’ criptici; è ispirata alla fine della sua storia con una ragazza di nome Patrizia, che lo lasciò per Nini Salerno. Il titolo della canzone fa riferimento al trucco, al mascara di marca ‘Rimmel‘, che diventa un tratto emblematico di questo ritratto di donna, associabile al camuffamento, all’inganno e all’illusione. Nel testo ricorre spesso anche l’immagine delle carte da gioco, in riferimento all’amore come al gioco di una partita a carte, che non si può sapere come finirà.
Chi parla è come se prendesse coscienza solo ora di come la donna ha condotto il suo gioco; di lei rimane alla fine solo una foto in cui lei sorride senza guardare.
Una particolarità della canzone è di essere composta con versi che non fanno mai rima; tuttavia sono tenuti insieme da una musica che si imprime subito nella memoria.


Ecco il video della canzone:

-testo-
Rimmel

E qualcosa
rimane, fra le pagine chiare,
fra le pagine scure,
e cancello il tuo nome dalla mia facciata
e confondo i miei alibi e le tue ragioni,
i miei alibi e le tue ragioni.
Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente
ma lo zingaro è un trucco.
E un futuro invadente, fossi stato un po’ più giovane,
l’avrei distrutto con la fantasia,
l’avrei stracciato con la fantasia.

Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro.
Ancora i tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.

Santa voglia di vivere e dolce Venere di Rimmel.
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
se per caso avevo ancora quella foto
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia
e sulla tua persona e quando io,
senza capire, ho detto sì.
Hai detto “È tutto quel che hai di me”.
È tutto quel che ho di te.

Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro.
Ancora i tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare con chi vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.

….

“Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente ma lo zingaro che è un trucco, ...” : De Gregori ha dichiarato che una volta gli furono fatte veramente le carte, annunciandogli un futuro bello e pieno di successi. Ma ha anche aggiunto che farsi predire il futuro è una mancanza di giovinezza e di fantasia, perché è più bello, in definitiva, vivere la propria vita senza ascoltare nessuno.

“…ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona il verso rievoca un tentativo di furto subito dalla ragazza alla quale era stato strappato il suo collo di pelliccia, in una giornata di vento (la stessa in cui i due si erano conosciuti), ma il furto venne sventato dall’intervento dello stesso De Gregori.

come quando fuori pioveva”: verso che rimanda alla frase ‘come quando fuori piove, usata per ricordarsi l’ordine dei semi delle carte da gioco, ovvero cuori, quadri, fiori, picche.

FONTI:

https://it.wikipedia.org/wiki/Rimmel/Piccola_mela#Rimmel

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