La canzone di Marinella – Fabrizio De André

Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera
Ma il vento che la vide così bella
Dal fiume la portò sopra a una stella.
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TITOLO: La canzone di Marinella – Fabrizio De André
AUTORE: Fabrizio De André
GENERE: canzone d’autore
ANNO: 1964

La canzone di Marinella si ispira ad un fatto di cronaca che De André, giovanissimo, aveva letto in un giornale, rimanendone molto colpito.

«[Il brano] È nato da una specie di romanzo familiare applicato ad una ragazza che a 16 anni si era trovata a fare la prostituta ed era stata scaraventata nel Tanaro o nella Bormida da un delinquente. Un fatto di cronaca nera che avevo letto a quindici anni su un giornale di provincia. La storia di quella ragazza mi aveva talmente emozionato che ho cercato di reinventarle una vita e di addolcirle la morte.»

È una triste storia, quella di Maria: una ragazza povera, che dalla Calabria emigra con la famiglia a Milano, in cerca di condizioni di vita migliori. Sul posto di lavoro conosce uno studente e con lui fa una fuga d’amore; ma a causa delle ristrettezze economiche, la loro storia finisce e lei per un po’ si mantiene lavorando come ballerina nei locali; però poi incontri sbagliati la mettono sulla strada della prostituzione; un giorno venne ritrovata nel fiume Olona, uccisa a revolverate e forse buttata in acqua ancora agonizzante. Un delitto che rimase irrisolto. Certamente una brutta storia, che la canzone di De André cerca di alleggerire un po’, di rendere più dolce.


Il linguaggio semplice racconta in modo poetico e romantico la breve vita di una giovane donna in cui si uniscono amore e morte; una storia vera, che diventa un po’ una fiaba.
La canzone di Marinella fu portata al successo da Mina e diede molta popolarità a De André, che però non compose più canzoni come questa, preferendo adottare, per le sue successive produzioni, toni, stili ed atmosfere diverse.

-testo-
La canzone di Marinella

Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera
Ma il vento che la vide così bella
Dal fiume la portò sopra a una stella

Sola senza il ricordo di un dolore
Vivevi senza il sogno di un amore
Ma un re senza corona e senza scorta
Bussò tre volte un giorno alla sua porta

Bianco come la luna il suo cappello
Come l’amore rosso il suo mantello
Tu lo seguisti senza una ragione
Come un ragazzo segue l’aquilone

E c’era il sole e avevi gli occhi belli
Lui ti baciò le labbra ed i capelli
C’era la luna e avevi gli occhi stanchi
Lui pose le sue mani sui tuoi fianchi

Furono baci e furono sorrisi
Poi furono soltanto i fiordalisi
Che videro con gli occhi delle stelle
Fremere al vento e ai baci la tua pelle

Dicono poi che mentre ritornavi
Nel fiume chissà come scivolavi
E lui che non ti volle creder morta
Bussò cent’anni ancora alla tua porta

Questa è la tua canzone Marinella
Che sei volata in cielo su una stella
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno, come le rose

E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno come le rose

FONTI:

https://it.wikipedia.org/wiki/La_canzone_di_Marinella_(brano_musicale)

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