Pizzicarella

… Pizzicarella mia pizzicarella
lu caminatu tou pare ca balla.
A du te pizzicau ca nu se scerne
sutta lu giru giru te la suttana…

TITOLO: Pizzicarella
AUTORE: anonimo (musica popolare)
GENERE: folk

Pizzicarella è una delle ‘pizziche’ più famose; la ‘pizzica‘ è una danza popolare tipica del Salento, molto antica, che appartiene alla vasta famiglia delle tarantelle; si può anche definire come ‘taranta salentina‘. Ha un ritmo molto veloce, e si balla come se i piedi fossero ‘pizzicati’. La pizzica era una musica suonata in occasione di feste familiari o delle comunità locali del Salento; si danzava in coppia, ma non necessariamente tra uomo e donna; a volte poteva essere una danza di corteggiamento, ma spesso veniva eseguita tra membri della stessa famiglia, tra parenti, come un gioco di abilità e destrezza nell’eseguire i salti e nella velocità dei passi. Questa Pizzicarella veniva tradizionalmente eseguita a conclusione dei festeggiamenti nuziali. Il testo può variare in alcune parti, ma sostanzialmente è quello riportato qui sotto.

Ecco il video, il testo in dialetto pugliese e la traduzione in italiano della Pizzicarella:

Testo
Pizzicarella


Pizzicarella mia pizzicarella
lu caminatu tou pare ca balla.

A du te pizzicau ca nu se scerne
sutta lu giru giru te la suttana.

Quantu t’amau t’amau lu core meu
mò nu te ama cchiui se nde scerrau.

Te l’ura ca te vitti te mmirai
nu segnu figgi a mienzu a mienzu all’occhi toi.

Ca quiddhu poi è nu segnu particulare
Ca nu te sceri te l’amore toi.

Amore amore ce m’hai fattu fare
e quindici anni m’hai fatta mpaccire.

Te quindici anni m’hai fatta mpaccire
de matre e patre m’hai fatta scerrare.

Oh rondine ci rondini lu mare
Vieni chiù quai te ticu doi parole.

Cu te la tiru na pinna te l’ale
Na letera ni fazzu alla mia amore.

Portala bella bella ssutta all’ale
Cu nu te scappa ddhu scrittu d’amore.

E quandu rivi addhai nu ni la dare
Se nu te duna la sincera amore.

Traduzione italiana
Pizzicarella


Pizzicarella mia pizzicarella
il tuo camminare sembra un ballo

Dove ti pizzicò che non ti passa?
sotto il bordo della sottana

Quanto ti ha amato il cuore mio
adesso non ti ama più, se n’è dimenticato

Da l’ora che ti vidi ti ammirai
un segno feci in mezzo ai tuoi occhi

Perché quello è un segno particolare
perché non ti dimentichi del tuo amore.

Amore amore che mi hai fatto fare
dall’età di quindici anni mi hai fatta impazzire

Da quindici anni mi hai fatta impazzire
di madre e padre mi hai fatta dimenticare

O rondine se voli sul mare
Vieni in qua chè ti dico due parole

Ché ti tiro una penna dall’ala
e faccio una lettera al mio amore

Portala per bene sotto alle ali
che non ti scappi quello scritto d’amore

E quando arrivi non glielo dare
se non ti dona il sincero amore.


La pizzica veniva però suonata anche come parte integrante dei riti connessi al tarantismo. Il tarantismo è un fenomeno culturale del sud Italia che probabilmente si è diffuso proprio a partire dalla città di Taranto. Si riteneva che la ‘taranta‘ (una animale non bene identificato, forse un ragno, o un serpente) potesse mordere le donne che andavano a lavorare nei campi; da quel momento la donna non era più ‘in sè’ e cominciava a muoversi in modo scomposto e incontrollato, a volte convulsivo ; per liberarsi dal veleno, doveva sottoporsi ad un rito che consisteva nel danzare sulle note di queste musiche suonate a ritmo molto sostenuto.

Si riteneva che le vibrazioni della musica fossero in grado di ‘scacciare’ il veleno fuori dal corpo. La donna doveva ballare molto a lungo, e il rito veniva ripetuto per più giorni, e poi anche ad intervalli di mesi o anni, sempre nella data corrispondente al presunto morso. Spesso durante questi riti si componeva un cerchio intorno alla donna, e lei danzava e si dimenava dentro il cerchio sempre più freneticamente; fazzoletti colorati venivano agitati di fronte a lei, e quando ad un certo punto la donna ne afferrava uno, ciò indicava il colore della ‘taranta’ che l’aveva morsa. Il rito terminava quando la donna faceva il gesto di calpestare con i piedi a terra come a schiacciare la ‘taranta’, segno di avvenuta guarigione.

Il tarantismo fu un fenomeno che suscitò vivo interesse nell’ambito dell’antropologia, etnografia, etmomusicologia, psichiatria. Ora non si praticano più questi riti, anche se ne sopravvivono ancora molte testimonianze in tutto il territorio salentino.

La ‘pizzica‘ è una musica bellissima, di grande fascino e importanza culturale; in questi ultimi anni ha goduto di una grande diffusione e popolarità ben oltre il Salento, la sua terra d’origine; il revival foklorico di cui è stata protagonista, ed eventi come La notte della Taranta,  l’hanno fatta conoscere in tutto il mondo.

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