Può darsi ch’io non sappia cosa dico
Scegliendo te, una donna, per amico
Ma il mio mestiere è vivere la vita …
-testo-
Una donna per amico
Può darsi ch’io non sappia cosa dico
Scegliendo te, una donna, per amico
Ma il mio mestiere è vivere la vita
Che sia di tutti i giorni o sconosciuta
Ti amo, forte e debole compagna
Che qualche volte impara e a volte insegna
L’eccitazione è il sintomo d’amore
Al quale non sappiamo rinunciare
Le conseguenze spesso fan soffrire
A turno ci dobbiamo consolare
E tu, amica cara, mi consoli
Perché ci ritroviamo sempre soli
Ti sei innamorata, di chi?
Troppo docile, non fa per te
Lo so, divento antipatico
Ma è sempre meglio che ipocrita
D’accordo fa’ come vuoi
I miei consigli mai
Mi arrendo, fa’ come vuoi
Ci ritroviamo, come al solito poi
Ma che disastro, io mi maledico
Ho scelto te, una donna, per amico
Ma il mio mestiere è vivere la vita
Che sia di tutti i giorni o sconosciuta
Ti odio, forte e debole compagna
Che poche volte impara e troppo insegna
Non c’è una gomma ancor che non si buca
Il mastice sei tu, mia vecchia amica
La pezza sono io, ma che vergogna
Che importa, tocca a te, avanti sogna
Ti amo, forte e debole compagna
Che qualche volte impara e a volte insegna
Mi sono innamorato, sì, un po’
Rincoglionito, non dico no
Per te son tutte un po’ squallide
La gelosia non è lecita
Quello che voglio lo sai
Non mi fermerai
Che menagramo che sei
Eventualmente puoi sempre ridere poi
Ma che disastro, io mi maledico
Ho scelto te, una donna, per amico
Ma il mio mestiere è vivere la vita
Che sia di tutti i giorni o sconosciuta
Ti amo forte e debole compagna
Che qualche volte impara e a volte insegna
Il testo di Una donna per amico, scritto da Mogol, ha spunti autobiografici; l’amica in questione è una donna esistente, una vera amica dell’autore di nome Adriana:
«Era un’amica cara che ora ho perso di vista. Eravamo legati, ero amico anche del marito, e ci vedevamo tutte le mattine al bar perché abitavamo molto vicini. Ricordo che ci scambiavamo informazioni, notizie, c’era un bellissimo rapporto, un rapporto puro. La canzone è nata perché lei mi chiese di dedicarle una canzone che si chiamasse “Adriana”. Di solito questa richiesta me la fanno 100 volte in un anno, ma in questo caso si trattava proprio di un’amica del cuore e dopo tanti mesi, quando si è presentata l’opportunità, ho scritto questa canzone pensando a lei».
All’inizio della canzone si sentono dei rumori di sottofondo: la voce di un bambino, stoviglie, posate, la voce di una donna… Contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente, non sono le voci della moglie e del figlio di Battisti, ma sono invece dei rumori provenienti dalle cucine del maniero “The Manor”, dove Battisti e gli altri musicisti soggiornavano mentre registravano l’album.
https://it.wikipedia.org/wiki/Una_donna_per_amico/Nessun_dolore#Una_donna_per_amico
“Quello che le canzoni non dicono”, Di Davide Pezzi